Gennaio 3, 2021

S. Maria Assunta – Mergozzo

STORIA

La chiesa di Santa Maria Assunta è l’attuale parrocchiale di Mergozzo. L’edificio, che oggi si presenta con un’imponente scalinata di accesso, un ampio pronao in facciata e planimetria a tre navate con presbiterio rettangolare a N/E, è, in realtà, la conseguenza di una serie di rifacimenti e integrazioni susseguitisi tra il XVII e il XIX secolo. L’originaria chiesa romanica fu infatti completamente demolita e di questa rimangono visibili solo il campanile e alcune tracce di muratura e decorazione pittorica ad affresco nei sottotetti dell’attuale chiesa.
Il territorio in cui si sviluppa il centro abitato di Mergozzo è frequentato dai tempi antichi sino ad oggi, senza apparente soluzione di continuità; gli scavi archeologici condotti nell’area urbana hanno, infatti, evidenziato una presenza insediativa dall’età romana (dalla fine del I secolo a.C.). Osservando la localizzazione dei ritrovamenti si può ipotizzare che l’abitato romano di Mergozzo si sviluppasse pressappoco in coincidenza del centro storico attuale. Gli scavi hanno messo in luce due zone di sepoltura poste sulle principali vie d’accesso al vicus Muregocii: chi giungeva dal lago Maggiore incontrava dapprima la necropoli della Cappella, chi arrivava dall’Ossola incontrava invece quella di Praviaccio.
La prima menzione della pieve di Mergozzo si trova nella bolla papale di Innocenzo II del 1132, nella quale viene fatto ad una chiesa con le sue cappelle dipendenti. A questa altezza cronologica è possibile ipotizzare che la funzione battesimale e il ruolo di pieve fossero già passati dalla chiesa di San Giovanni in Montorfano a quella di Santa Maria Assunta; la sua collocazione al centro del borgo di Mergozzo la rendeva più comoda e adatta a svolgere i sacramenti e le funzioni.
Inoltre, in una carta del 1151 sarebbe citato il nome di uno dei primi preti della pieve di Mergozzo, tale padre Paolo.
Nel 1459, quando il notaio Giovanni Salati da Trontano redige un atto con il quale si attuava la divisione della vasta parrocchia di Mergozzo, le chiese dipendenti dalla parrocchia di Santa Maria sono: Santa Maria di Albo, San Nicola di Ornavasso, Santa Maria di Bracchio, San Giovanni in Montorfano, San Pietro di Nibbio, San Giacomo al Basso, Sant’Andrea di Candoglia e San Quirico, oggi Santa Marta.

ARCHITETTURA ROMANICA

La struttura della primitiva chiesa di epoca romanica non è giunta ai giorni nostri ma, grazie alle Visite Pastorali iniziate nel 1568, abbiamo una descrizione dell’aspetto che l’edificio doveva avere prima della sua totale riedificazione avvenuta nel XVII secolo.
La Visita Pastorale che meglio descrive l’edificio è quella del vescovo Bossi del 1582 nella quale si parla di una chiesa con pianta e dimensioni inconsuete: l’edificio si presentava, infatti, a quattro navate con un’ampiezza totale di 12 m di lunghezza per 15 m di larghezza; tale anomalia era causata dall’aggiunta, in un’epoca successiva alla fase romanica, della cappella dedicata a Santa Marta e data in uso all’omonima confraternita. La medesima visita fornisce, però, anche una descrizione della struttura originaria della chiesa: composta da tre navate terminanti in tre absidi orientate ad est, le navate erano suddivise in quattro campate, le due navate laterali erano voltate e quella centrale, più ampia, era coperta con un tavolato ligneo. Le monofore si aprivano sui muri perimetrali.
Il campanile, con quattro campane, si trovava a nord nella posizione attuale e tra questo e l’abside maggiore era inserita la sacrestia.

Dell’originario complesso romanico sopravvive oggi solo il campanile a pianta quadrata. La muratura è costituita da pietre sbozzate disposte in corsi abbastanza regolari, allettate in abbondante malta; si nota l’uso di blocchi di maggiori dimensioni e meglio squadrati nei cantonali al fine di assicurare la statica della struttura.

La torre campanaria si sviluppa su quattro piani, dei quali il terzo e il quarto sono caratterizzati da specchiature concluse da una serie di archetti pensili poggianti su beccatelli. Tre lati del campanile presentano una cornice decorativa a dente di sega, collocata tra il quarto piano e la cella campanaria, la quale fu inserita solo nel 1665.
Per la tessitura muraria e gli elementi decorativi il campanile può essere datato alla prima metà del XII secolo.

Sul lato orientale della chiesa, murati sulla parete esterna dell’edificio ecclesiastico, sono visibili tre archetti pensili che dovevano essere parte della decorazione dei perimetrali della chiesa romanica; questi, ricavati da un unico blocco lapideo, trovano diretto confronto con quelli che ornano i fianchi della vicina Santa Marta.
Inoltre, nel sottotetto della chiesa, sopra la cappella dedicata a S. Carlo Borromeo, si è conservato un lacerto di affresco quattrocentesco con la scena dell’Annunciazione, in corrispondenza dell’arco absidale della precedente chiesa romanica.
L’aspetto degli archetti pensili e della tessitura muraria che ancora si conserva nel sottotetto della chiesa fanno vertere la cronologia di Santa Maria Assunta alla prima metà del XII secolo.