STORIA
La chiesa sorge su uno spuntone di roccia, nel punto più alto della parte meridionale dell’isola. L’edificio, che oggi si presenta ad un’unica navata con abside poligonale e quattro cappelle laterali, è in realtà l’esito di una serie di interventi di ampliamento che si sono susseguiti tra XVI e XVII secolo.
Sulle tre isole del golfo Borromeo sorgevano in epoca medievale quattro edifici ecclesiastici: sull’Isola Madre (chiamata anche isola di S. Vittore) vi era la chiesa di San Vittore con il battistero di San Giovanni; sull’Isola Superiore (o dei Pescatori) si trovava il San Gandolfo, oggi San Vittore; sull’Isola Inferiore (o Bella) c’erano l’oratorio di San Nazaro, chiamato chiesa vecchia, e la chiesa di San Pietro, oggi divenuta San Vittore Martire.
La chiesa di San Vittore sull’Isola dei Pescatori era originariamente intitolata a San Gandolfo martire, il cui nome corretto è San Gengolfo, un santo di tradizione franca, membro di una delle più illustri famiglie di Borgogna. Secondo la tradizione mentre era lontano dalle sue terre, al seguito di Pipino il Breve, la moglie lo tradì. Scoperto il tradimento, Gandolfo decise di non sottoporre la moglie a giudizio ma la trasferì in un’altra dimora. La donna, per vendicarsi, mandò un sicario ad ucciderlo. Morì l’11 maggio 760. La dedicazione a San Gandolfo orienta verso una dipendenza della piccola cappella dal monastero di San Donato di Sesto Calende, presso il quale pure era conservata una reliquia del santo. Oltre al cenobio di Sesto Calende, una carta del 1069 consente di ricostruire la presenza con possedimenti presso l’Isola dei Pescatori anche del Monastero dei SS. Felino e Gratiniano di Arona.
È poi possibile che, con l’istituzione della pieve di Baveno, attestata per la prima volta dalla bolla papale del 1132, ma probabilmente esistente già da alcuni decenni, la chiesa dell’Isola dei Pescatori fosse stata inclusa in questa circoscrizione ecclesiastica. Successivamente, con la trasformazione amministrativa da pievi a parrocchie, la chiesa di San Gandolfo divenne dipendente dalla chiesa di San Vittore sull’Isola Madre. Quando questa venne data in enfiteusi perpetua a Lancillotto Borromeo nel 1501, la sede parrocchiale e dunque i sacramenti vennero suddivisi tra le altre due isole (Superiore e Inferiore): il Santissimo Sacramento fu spostato al San Pietro sull’Isola Bella, il battistero e il cimitero furono collocati presso il San Gandolfo sull’Isola Pescatori. Il battistero fu posto nell’attuale cappella di Santa Maria.
ARCHITETTURA ROMANICA
Fase I (fine X secolo): Lo scavo archeologico eseguito nel 2004 ha interessato i perimetrali esterni della chiesa di San Vittore e ha permesso di osservare come essa sia stata costruita sfruttando per le fondazioni la roccia naturale dell’isola. Della prima fase costruttiva protoromanica si conserva in elevato e libera da intonaco solo la piccola abside orientata a nord-est. La muratura è costituita da ciottoli e piccole bozze non regolari immersi in uno strato di malta molto spesso, senza nessun ordine.
Sopra una zoccolatura, si imposta la semplice decorazione dell’emiciclo absidale, scandito in tre ampie arcate cieche da lesene. In ciascuna specchiatura si apriva una monofora archivoltata a spalle dritte, ancora priva di strombatura. Si conserva integra solo la monofora di destra, mentre le altre due sono state murate.
All’interno l’abside oggi è interamente intonacata; tracce di affreschi medievali con un motivo a tralci floreali si sono conservate all’interno dell’odierno tabernacolo degli oli santi, ricavato nella struttura della monofora romanica.
Durante le indagini è emerso come la copertura originale dell’edificio fosse ancora in parte conservata e costituita da numerosi laterizi romani di reimpiego, alcuni con marchio ALBINIANECAS.
Fase II (ante 1518): La chiesa protoromanica a navata unica potrebbe aver avuto un’evoluzione strutturale mediante l’aggiunta di un portico in facciata, poi chiuso per la trasformazione dell’attuale cappella di Santa Maria in cappella battesimale. Non è possibile datare con certezza questo intervento costruttivo: sappiamo solo che questa porzione di edificio era già esistente nel 1518, anno indicato dall’iscrizione sulla parete sinistra.