Giovan Battista Mancini (?-1694)

Massimiliano Soldani (1656-1740) – Datazione: 1680

D.: IO. BAPTA. MANCINVS. CORTN. SER. M. AETR. D. ROMAE AGENS. GNLIS.

Busto a destra con mantello drappeggiato.

L’abate Giovan Battista Mancini fu amministratore dell’Accademia fiorentina di Roma fondata da Cosimo III per i giovani pittori e scultori; ebbe incarichi di acquisti di opere d’arte per i Medici e mansioni presso la Santa Sede.

R.: AETRVSCO IOVI . 1680 (A Giove etrusco)

La Fedeltà seduta con un cane accanto cinge con il braccio sinistro la Vigilanza stante con una lucerna nella mano sinistra e a lato una gru che regge un sasso nella zampa alzata.

Sotto, nella troncatura del suolo: .SOLDANVS.

La scena rimanda allegoricamente alla fedeltà e alla vigilanza, qualità indispensabili per chi ricopre cariche pubbliche, come il Mancini. Il motto “A Giove etrusco” sembra essere un riferimento al committente verso il quale il Mancini esplicava i suoi compiti con fedeltà e vigilanza, ossia il Signore di Firenze Cosimo III, paragonato a Giove.

Connessione: Il ricorso a figure animali, oltre che a personificazioni, si ritrova nel linguaggio della numismatica e della glittica d’età romana. Un esempio è offerto dalla figura di trampoliere intagliata su una corniola in un anello dalla tomba 34 della necropoli di Praviaccio. Nelle gemme romane gli uccelli, quali la gru e la cicogna, hanno riferimenti simbolici sempre positivi: entrambi, oltre ad essere beneauguranti segnali della bella stagione, rimandano alla vigilanza e la seconda, inoltre, alla cura filiale e parentale. Figure di trampolieri compaiono anche nella monetazione greca e romana repubblicana, come probabile riferimento al buon governo.