Vincenzo Viviani (1622-1703)

Medaglista: Girolamo Ticciati (1676-1745) – Datazione:

Fu uno degli allievi di Galileo ed eccelse come matematico e studioso di geometria e fisica. Il Re di Francia Luigi XIV gli assegnò per i suoi meriti una pensione annua. Dopo la morte di Galileo nel 1642 promosse la realizzazione di un grandioso monumento funebre per il maestro in Santa Croce a Firenze. In onore di Galilei pose sulla facciata della propria casa un busto e lapidi con elogi della vita del maestro. Egli stesso volle essere sepolto con l’unico titolo di “ultimo discepolo di Galileo”.

D. (rosetta) VINC.VIV.NOVISS.MAGNI GALILAEI DISCIPVLVS AET.LXXIX. QVI PRIMVS A.SAL.M.D.CIIIIL  (Vincenzo Viviani, ultimo discepolo del grande Galileo fino all’età di 69 anni, per primo nell’anno 1646 – continua sul rovescio)

Busto a destra con capelli lunghi, soggolo e mantello drappeggiato.

R. ET SPHAERICAS SVPERFICIES NIL RECTI HABENTES NOTIS RECTANGVLIS OSTENDIT AEQVAS. (dimostrò che anche le superfici sferiche pur non avendo alcun angolo retto sono equivalenti ai ben noti rettangoli)

Due solidi geometrici su un libro sopra una roccia, allusione all’attività di studioso di Viviani.

La scritta del rovescio si legge in continuità a quella del diritto e, oltre a ricordare il Viviani come ultimo discepolo di Galileo, allude ai suoi studi di geometria e al trattato “De maximis et minimis” con cui dimostrò l’equivalenza delle superfici sferiche con i rettangoli.

Connessioni: La raffigurazione del libro con i solidi geometrici nella medaglia del Viviani offre un collegamento con il corredo della tomba 36 della necropoli della Cappella di Mergozzo (II secolo d.C.), che contempla tra gli altri elementi uno stilo scrittorio e un temperino per calamo. Sia pure in tempi e con modalità molto differenti anche questi oggetti miravano a ricordare il defunto come persona colta e istruita, che conosceva la scrittura.