Vincenzo d’Ambra (XVII sec.-post 1712)

Medaglista: Antonio Selvi (1679-1753) – Datazione: 1712

D.: VINCENTIVS. DE. AMBRA.

Busto a sinistra con capelli lunghi, marcata calvizie e mantello drappeggiato.

Vincenzo d’Ambra fu un matematico, letterato, poeta e membro dell’Accademia Fiorentina dal 1681. Fu deputato per gli studi del Vocabolario dal 1696 e più volte censore e consigliere.

R.: HAEC. DOCET. ILLA. PROBAT. (Questa insegna, quella dimostra)

Le personificazioni della Filosofia, che tiene sotto il braccio un libro, e della Geometria, che tiene un compasso, sono rappresentate come figure femminili con al centro un’ara con lo stemma dei D’Ambra e dietro un piedistallo con un globo terrestre; a sinistra, su un piano, dei libri. All’esergo: 1712.

Connessioni: La raffigurazione dell’ara con iscrizione al D’Ambra, cui le personificazioni rendono omaggio, suggerisce il collegamento con il sito sacro di Candoglia, in cui fu ritrovato un altare di tipologia analoga a quella rappresentata. Lo schema iconografico del rito che si svolge attorno ad un’ara che ne costituisce il centro focale è la ripresa di un tema ricorrente nella numismatica e nell’arte romana, dalla notissima ara di Domizio Enobarbo, alle scene sugli archi di Traiano e di Costantino, alle più modeste scene sacrificali d’ambito privato e provinciale, quali, per limitarci al nostro territorio, quella proposta sull’altare detto “delle Matrone” a Verbania Pallanza.