Anton Maria Biscioni (1674-1756)

Medaglista: Lorenzo Maria Weber (1697-1765 ca.) – Datazione: 1725

D.: ANTONIVS MARIA BISCIONVS FLORENT.

Busto a destra a testa nuda con marcata calvizie e mantello orlato di pelliccia.

Anton Maria Biscioni era lo zio del medaglista L. M. Weber. Grande erudito, fu cappellano e poi canonico della Basilica di S. Lorenzo e divenne bibliotecario della Biblioteca Mediceo-Laurenziana, carica che ricoprì fino alla morte. Diresse anche altre biblioteche, collezionò manoscritti e si occupò della compilazione del primo catalogo della Laurenziana.

R.: Minerva seduta nell’atto di scrivere su una pergamena; davanti a lei la Sibilla genuflessa sta raccogliendo delle foglie; sullo sfondo le rovine di un tempio; in alto la personificazione del Tempo in volo verso sinistra. Ai piedi di Minerva, in incuso: L.M.V. 1725.

All’esergo, in due righe: NE TVRBATA / VOLENT (Affinché, turbati, non volino via)

Il riferimento della scena allegorica è alla sapiente opera di conservazione di libri e manoscritti attuata dal Biscioni, in grado di sfuggire alla dispersione, rievocata dalle figure del Tempo e dalla Sibilla che affidava i suoi vaticini alle foglie, destinate ad essere scompigliate e fatte volare via dal vento.

Connessioni: In questa medaglia, oltre ai riferimenti all’antico delle figure di Minerva, come rappresentazione della saggezza e della cultura, e della Sibilla, che affidava le sue profezie alle foglie, si trova, ancora una volta, un estratto dall’opera poetica di Virgilio nel motto, che propone una porzione del verso dell’Eneide, VI, 75: ne turbata (oracula) volent rapidis ludibria ventis. In esso Virgilio prega la Sibilla di non affidare i suoi oracoli alle foglie.