Cosimo III de’ Medici (1642-1723)

Medaglista: Gioacchino Fortini (1672-1736) – Datazione: 1719

D.: COSMVS.III. ETRVSCORVM. REX

Busto corazzato a destra con capelli lunghi e pronunciata calvizie, mantello ornato di ermellino drappeggiato e annodato sulla spalla destra. Nella troncatura del braccio: G.FORTINI.

Cosimo III de’ Medici, figlio di Ferdinando II de’ Medici e di Vittoria della Rovere, divenne granduca di Toscana nel 1670. Nel 1661 sposò Margherita Luisa d’Orleans, cugina del re Luigi XIV, ma il matrimonio ebbe subito molti problemi. Difficoltosa fu anche l’amministrazione politica ed economica del Granducato, nonostante la quale furono intraprese da Cosimo notevoli iniziative in campo artistico e culturale. Mecenate più per vanità che per effettivo amore per l’arte e la scienza, fondò a Roma un’Accademia dove si perfezionarono i più promettenti giovani artisti fiorentini.

R.: DELICIAE POPVLI DELICIAE DOMINI (Il piacere del popolo è il piacere del signore)

San Giuseppe nell’atto di porgere il giglio di Firenze a Gesù Bambino; a sinistra sei putti in volo, ciascuno con in mano una palla dello stemma mediceo, che raffigura appunto sei palle entro uno scudo.

La raffigurazione ricorda la dedicazione da parte di Cosimo III della città di Firenze a san Giuseppe.

Connessioni: Il tema prettamente cristiano delle dedicazione della città di Firenze a san Giuseppe dà lo spunto per l’accostamento con una medaglia rinvenuta nell’area della necropoli della Cappella, fuori contesto. La medaglia mergozzese raffigura su un lato san Pietro con legenda Pasce oves meas (“Pasci le mie pecore”, Giovanni, XXI, 15) e sull’altro san Paolo con legenda Vas electionis (“Vaso d’elezione”, epiteto del santo in Atti degli Apostoli, 9, 15). Questo reperto, forse un ricordo devozionale di un pellegrinaggio a Roma, databile al XVIII secolo, ci consente di porre a confronto una più corrente medaglia coniata con la raffinata medaglia fusa fiorentina.