La dolce vita di Fraka

Apertura della stagione culturale del Museo Granum

22 aprile ore 21 – Baveno

Venerdì 22 aprile, ore 21, presso la Biblioteca di Baveno, si terrà il primo appuntamento culturale del Museo Granum con la presentazione de “La Dolce Vita di Fraka”, libro di Gianpietro Olivetto (Edizioni All Around, prefazione di Gian Antonio Stella) sulla vita, avventurosa ed affascinante, di Arnaldo Fraccaroli (1882-1956), scrittore, commediografo e grande inviato del Corriere della Sera, che per trent’anni ebbe casa e frequentò il Verbano. Interviene l’autore del volume Gianpietro Olivetto, in dialogo con il giornalista Francesco Rossi.

Fraccaroli, cronista che sapeva fotografare con le parole, inventore del termine “dolce vita”, noto con lo pseudonimo di Fraka, è stato uno dei migliori corrispondenti dal fronte durante la prima guerra mondiale, tra i primi giornalisti a volare su dirigibili ed aeroplani e a visitare Hollywood e l’America degli “anni ruggenti”. Dal 1920 al 1940 l’inviato girò tutti i continenti facendo conoscere agli italiani il mondo e le novità del secolo.

Fraccaroli si innamorò di Baveno e del Verbano nel 1925. In quell’anno acquistò una casa colonica posta in riva al lago, la fece ristrutturare, facendola diventare una splendida residenza. Qui visse la sorella Maria sino alla morte, nel 1934. A Baveno l’inviato si recava spesso; era il suo “buen retiro”. Vi incontrava, in particolare, l’amico Luigi Sapelli, il “mago Caramba”, straordinario scenografo. E durante uno dei suoi primi soggiorni sul lago Maggiore, Fraka riscoprì e riscrisse la “leggenda delle rose”, la fiaba d’amore tra una ragazza e Guiscardo il Bello, rievocata con uno spettacolo coreografico la sera del 19 giugno 1932. Secondo alcuni studiosi fu Fraccaroli stesso ad inventare la leggenda, perché Baveno potesse splendidamente rievocarla, con donne e fiori, danze e musiche.

In questo 2022 ricorrono i 140 anni dalla nascita di Arnaldo Fraccaroli, che nel 1912 scrisse una commedia titolata “La dolce vita”. Proprio da quel lavoro di Fraka, Federico Fellini trasse ispirazione per l’omonimo film del 1960. Lo hanno confermato, tra gli altri, in alcuni loro scritti, il giornalista e studioso Eugenio Marcucci e il critico Tullio Kezich che, qualche tempo dopo l’uscita della pellicola con Marcello Mastroianni ed Anita Ekberg, ebbe a dire: “Fraccaroli non protestò (per la mancata citazione n.d.r.) solo perché era morto da qualche anno”.

L’ingresso all’iniziativa è libero e gratuito.

L’evento è organizzato nel rispetto della normativa anticovid vigente.